La Fantasia diventa Storia: LA BOLOGNESE

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La guardavo da lontano.
Era una donna affascinante, con lo sguardo un po' timido e le gambe incrociate, come per nascondere un segreto...uno, o forse sette.
Sembrava simpatica e indossava un vestito coloratissimo, che fu subito fonte d'ispirazione per me e per mio padre.

Colori forti, ma non troppo sgargianti, delicati, ma decisi, proprio come doveva essere lei.
Sapeva di essere bella, ma non voleva dare troppo nell'occhio.
Avevo capito fin da subito che nascondeva qualcosa di veramente speciale.

Ero ancora incantato da quell'abito: una base leggermente ambrata, un giallo tenue alternato a un rosa intenso e poi, a completare l'opera, qualche tocco scuro qua e là.
Sembrava proprio la tavolozza di un pittore, quel vestito.

Mi avvicinai, lei mi guardò timidamente e accennò un lieve sorriso.
Abbassai lo sguardo anch'io e mi precipitai giù in laboratorio, per ricreare quel vestito e farlo indossare al mio miglior gelato.

Una base tenue, leggermente ambrata, fatta di crema.
Un pan di Spagna a ricreare quel giallo leggermente più acceso, alternato al rosa intenso dell'Alchermes, nel quale lo avevo imbevuto.
Infine, a completare il “dipinto”, serviva solo il pezzo forte: l'immancabile cioccolato, la nota scura e super golosa, che non è mai fuori posto.

Una musica straordinaria, un quadro splendido, un sapore inimitabile: quel vestito era stato prezioso. Mi aveva permesso di regalare a chiunque avesse messo piede nella mia città un gelato unico.

Era stata lei la prima ad assaggiarlo: la Bolognese, e quel gusto portava il suo nome.

Chiara Pirani

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