La Fantasia diventa Storia: SAMURAI
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Curiosità •

Cambio di stagione, ma il gelato di Gianni non passa mai di moda. Abbiamo solo deciso di trasformare un po' il nostro modo di raccontarlo: "La Fantasia diventa Storia" parla del gelato da un altro punto di vista, quello di un bambino che segue le orme di suo padre. Abbiamo cercato di combinare passione e fantasia, le armi migliori che Gianni mette nel gelato da una vita, facendo in modo che fossero protagoniste indiscusse della rubrica.
Oggi raccontiamo del SAMURAI.
Non vi resta che leggere per essere travolti dal sapore fantasioso dei gusti di Gianni!
Lo vedevo lì, lo sguardo basso e fiero, sicuro di poter onorare al meglio colui che gli aveva dedicato un omaggio così importante: mio padre.
Era quasi prostrato ai suoi piedi, un ginocchio a terra e l'altro leggermente sollevato, con la testa bassa e un'aria di profonda riconoscenza.
S'inchinava.
"Si alzi, mi ha già dimostrato a sufficienza di essere riconoscente, ora venga qui, voglio mostrarle una cosa."
Mio padre gli parlava in questo modo e il Samurai, con quell'aria così distinta, lo seguiva a passi lenti, misurati.
Si muoveva con grazia ed eleganza.
Scesero insieme al laboratorio. Sul tavolo c'erano pochi ingredienti, solo i migliori.
Mascarpone e ricotta. Un bianco che somigliava perfettamente a quello della sua cintura.
Lui se la guardò, come se riscontrasse la somiglianza dei colori e mi stesse leggendo nel pensiero.
Il babbo creò quel gusto che gli aveva promesso sotto i suoi occhi attenti, quegli occhi che erano ammaliati dai gesti sapienti del maestro gelatiere.
Istintivamente, il Samurai si guardò il vestito.
Tutto quel bianco aveva bisogno di un tocco speciale, quel tocco caratteristico che solo mio padre poteva dargli.
Lui lo guardò, il babbo gli sorrise, come se avesse già capito.
Si recò in dispensa e tornò con un sacchetto.
Disse al Samurai di chiudere gli occhi per un istante.
Quando li riaprì, il bianco s'intravedeva appena. Al suo posto o, meglio, su quella candida superficie, ora spiccava una tonalità scura: quella del cacao amaro.
Il colore somigliava proprio a quello del suo vestito: il maestro aveva saputo ricrearlo fedelmente, pur con una semplicità inaudita.
L'altro decise di omaggiarlo anch'egli, in qualche modo.
Inaspettatamente, tirò fuori dalla tasca destra un fiore.
Era davvero bellissimo, di un rosa delicato ed elegante, raffinato.
Lo mise nella mia mano. Io ero accanto a mio padre.
"Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero."
Ci disse, spiegandoci che quel fiore, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il Samurai vede riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il Samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico.
Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia: come il fiore del ciliegio è il migliore tra i fiori, così il guerriero è il migliore tra gli uomini.