La Fantasia diventa Storia: IL MONTE CHE NON C'E'

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Curiosità

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"La Fantasia diventa Storia" parla del gelato da un altro punto di vista, quello di un bambino che segue le orme di suo padre. 

Con la storia di oggi, rendiamo un omaggio ancora più speciale ai suoi protagonisti.

Matteo ha ricevuto proprio ieri, a Roma, l'incarico di Vice Presidente dell'Associazione Italiana Gelatieri: un incarico che ha messo in luce al meglio il valore del suo talento e della straordinaria passione che lo anima ogni giorno. Fiera di collaborare con lui, gli faccio i miei più sentiti complimenti!

Ma non è finita qui! Oggi, infatti, Matteo e il maestro Gianni ci daranno un altro motivo per festeggiarli: lo straordinario successo riportato nel Concorso del Gastronauta, che li ha visti settimi classificati tra più di 600 gelaterie in tutta Italia, li omaggerà di un prestigioso riconoscimento.

"Per noi è una grande soddisfazione, soprattutto perché a votarci sono le persone che ci conoscono e che apprezzano il nostro gelato da una vita: i clienti che non ci abbandonano mai!"

Di nuovo complimenti a questa formidabile squadra e...oggi raccontiamo del MONTE CHE NON C'E'.

 

"Non lo vedo..."
Dicevo a mio padre.

Lui mi guardò sorridendo, come faceva sempre, proprio come chi sa già tutto.

il Monte che non c'è."
Rispose, indicando col dito verso l'orizzonte.
Cosa voleva mostrarmi?
Cercavo disperatamente di farmi spazio nel vuoto, di guardare anche dove nessuno sarebbe mai potuto arrivare.
Niente. Non riuscivo a vedere esattamente niente.

Eppure c'era qualcosa di strano, di straordinario in quel monte.
Dovevo assolutamente scoprire di che cosa si trattasse.

Uscii di casa, senza dire niente a nessuno, spinto solo dalla mia irrefrenabile curiosità.

Faceva freddo, ma non troppo.
Era autunno: passeggiavo con il vento tra i capelli e le foglie che scricchiolavano sotto i piedi.
Sentivo il profumo di quella stagione.

Camminai per un po': finalmente ero arrivato a destinazione.
Mi trovavo proprio ai piedi di quel monte inesistente, ed effettivamente, pure quando vi giunsi, non riuscii a vedere nulla di nuovo.

Abbassai gli occhi, frugai nelle tasche e trovai una castagna.
Avevo deciso di portarmi dietro il sapore dell'autunno, ma, in quel momento, non ci pensai troppo su: lanciai quella castagna verso il vuoto, verso quel monte che non c'era, più in alto che potevo.

Fu allora che rimasi stupito, incredulo.
La castagna si fermò proprio su  quella che doveva essere la cima del monte, come sospesa nel vuoto.

Nessuno poteva vederlo: quel monte, in fin dei conti, non c'era davvero, ma ora ero certo di quale sapore avesse.
Sapeva di autunno, profumava di castagne e io ero riuscito a trasformarlo in gelato.

Chiara Pirani

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