2 febbraio.
Quella data, stranamente, era evidenziata.
Guardai meglio il calendario: era cerchiata con due colori diversi, blu e verde. Doppiamente strano.
A me quella data non ricordava nulla di particolare...

"Portami i biscotti."
Disse mio padre, mentre io ero ancora immerso nei miei pensieri.
Corsi a prenderli, curioso di scoprire quale nuova invenzione gli passava per la testa.

Intanto, lui creava una salsa al nocciolatte.
L'assaggiai. Mi piaceva tanto, ma mi avvicinai al babbo con un barattolo di Nutella.
Lui capì, mi sorrise e l'aggiunse.

Mancava ancora qualcosa.

Fuori era buio: l'ora perfetta per fare il gelato, ma senza accorgermene chiusi gli occhi e...

Li riaprii di scatto: non ero più in gelateria.
Mi guardavo intorno, alla ricerca di una spiegazione.
Dove mi trovavo? Che giorno era?

“La data cerchiata!”, pensavo, sorridendo.
Non era importante, ma lo sarebbe diventata.

Camminavo, guardandomi intorno. Ero in un giardino.
Due principesse, sedute una accanto all'altra, mi diedero il loro cuore: lo tenevano entrambe, una con la mano destra, l'altra con la sinistra.
Ma, non appena toccai quel cuore, tutto svanì in un soffio.

Ero di nuovo in gelateria con mio padre, che mi rimproverava per essermi addormentato.

Sul tavolo accanto a me, però, c'era il cuore: era fatto di gianduiotto.
Lo presi, sorridendo e lo portai al babbo, per farmi perdonare.

Ci accorgemmo che era formato da due metà: all'interno di ognuna era incisa una lettera.
G ed R.

Mettemmo le due metà nel gelato.
Finalmente il gusto era perfetto.

I bambini lo avrebbero amato e le due principesse, a cui era dedicato, ci avevano messo il loro cuore di cioccolato.