Camminavo, vagavo in cerca di un nuovo gusto. Doveva avere un sapore intenso e deciso, ma con quel tocco di dolcezza, che non fa mai male.

Chiusi gli occhi, sperando che, come era successo altre volte, l'ispirazione cominciasse a prendere forma nella mia mente.

Mi ritrovai su un sentiero, in campagna. Mi guardai intorno, quasi smarrito, non sapendo dove andare o cosa fare.
Mossi qualche passo, sempre più timoroso, ma, all'improvviso, vidi da lontano un campo: un contadino lo stava faticosamente arando, con dedizione.

Mi avvicinai, non lasciandomi scorgere, nascondendomi dietro un albero.
Vidi che, a un certo punto, l'uomo si fermò, poggiando la zappa. Si chinò a terra e mise un dito nella terra appena dissodata, poi lo portò alla bocca, e, assaporando, chiuse gli occhi.
Un sorriso compiaciuto gli spuntò sul viso.

Più che mai meravigliato, decisi di avvicinarmi a lui.
L'uomo mi sorrise e mi invitò ad assaggiare quel terreno che sembrava così terroso e scuro.
Seguii il suo consiglio. Le mie papille gustative andarono in visibilio: un gusto intenso e deciso, proprio come quello che stavo cercando. Puro cioccolato fondente. Toscano nero.

L'uomo mi raccontò di averlo curato personalmente, in modo che diventasse il campo di cioccolato migliore in circolazione.
Ma il bello, mi disse, doveva ancora venire.

Dopo circa un'ora che eravamo lì a parlare, infatti, da quello strano terreno cominciarono a spuntare dei fiori, fiori dai colori tenui e delicati.

“Assaggia”, mi disse il contadino.
Seguendo il suo esempio, staccai i fiori e li assaporai: erano fiori d'arancio e di limone, fiori al profumo d'agrumi, che si sposavano alla perfezione con l'intensità del cioccolato fondente.

Lui mi salutò, andandosene, e io mi risvegliai in laboratorio.

Corsi a prendere tutto l'occorrente e coltivai con passione e dedizione quel campo di cioccolato, lasciando che anche lì spuntassero i fiori e che gli conferissero quel profumo straordinario che avrebbe conquistato tutti.