“La bombetta” nata a Martina Franca quaranta anni fa
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Quando si viaggia uno dei sensi che aiuta a mantenere vivo il ricordo di un territorio e di una cultura è senz’altro il palato: “paese che vai, gusto che trovi”.
Durante “La Notte della Taranta” di Sternatia del 17 agosto 2015 tra i vari stand enogastromici street food c’era uno che attirava l’attenzione più degli altri soprattutto per chi non è del posto: la “Bombetta”.
Già l’occhio ti riporta indietro nel tempo: la cottura alla brace come quando la legna era l’unico combustibile conosciuto e il contenitore realizzato con una carta color marroncino per alimenti avvolta a forma di cono come nei tempi in cui era tutto sfuso e non esisteva ancora la plastica.
La scena che si pone innanzi è questa: mini involtini di carne infilzati in grossi stecchi di metallo, affilati in una sorta di graticola distanziata a 40 centimetri circa da una braciere ardente. Quando gli involtini acquisiscono il giusto grado di cottura, vengono privati dello stecco di metallo e serviti dentro coni di carta per alimenti.
Al palato si sciolgono in bocca come burro e generano una vera e propria “esplosione” di sapore.
Le bombette sono degli involtini di carne di dimensioni piccole (3–5 cm), preparati con fettine scelte di capocollo di suino, adagiate su un tagliere e ripiene di tocchetti di formaggio canestrato pugliese, sale, pepe, e quindi arrotolate e richiuse manualmente sino a creare un vero e proprio “fagottino” .
Quaranta anni fa alcuni macellai di Martina Franca (Ta) hanno aggiunto, alle consuete cotture alla brace, questo prodotto. Ed ecco che la bombetta si avvia a diventare un prodotto tipico di quelle terre e pronto a essere conosciuto in tutto il mondo.
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